Per migliorare l’esperienza di navigazione delle pagine e la fruizione dei servizi online, questo sito utilizza cookie tecnici e analitici.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando su collegamenti nella pagina acconsenti all’uso di questi cookie.
L’Arboreto ed il Museo Forestale
 
ARBORETO “CARLO SIEMONI”
 
L’Arboreto “CARLO SIEMONI” è il più antico arboreto d’Italia, realizzato nel 1846 nel Parco delle Foreste Casentinesi a Badia Prataglia, Comune di Poppi (AR).
La sua altitudine è di 843 m. s.l.m. ed ha un’estensione di 3,15 ettari.
Sono presenti 137 specie e varietà appartenenti a 42 famiglie. Ogni entità è contraddistinta da un cartellino descrittivo nel quale sono riportati  la famiglia, il nome scientifico, il nome comune e la provenienza della specie.
 
LA STORIA
 
Realizzato nel 1846 , l’Arboreto “Carlo Siemoni” è da considerarsi il più antico d’Italia. La sua realizzazione avvenne subito dopo l’acquisto, da parte del Granduca Leopoldo II di Toscana, dell’antica Abbazia Benedettina di Badia Prataglia.
Si tratta di una pregevole collezione di piante voluta dall’ispettore forestale boemo Karl Simon (italianizzato Carlo Siemoni), chiamato nel 1835 dal Granduca ad amministrare la “Imperiale e  Regia Foresta del Casentino”, allo scopo di individuare nuove specie arboree esotiche da utilizzare nei rimboschimenti. Negli anni successivi al suo impianto, l’arboreto di Badia Prataglia ebbe l’aspetto di parco –giardino venendo a far parte della residenza di caccia dei Lorena.
Ai primi del ‘900 la storia dell’Arboreto coincide con il passaggio di proprietà dai Lorena al Cavaliere Ubaldo Tonietti, sino al 1906, e da questo alla Società Anonima Industrie Forestali che ne resterà in possesso sino al 1914, anno del definitivo passaggio al Demanio dello Stato Italiano.
Durante la prima guerra mondiale vennero impiegati dei prigionieri di guerra austriaci per il miglioramento del parco, mentre durante il secondo conflitto bellico, nel 1945, venne seriamente danneggiato a causa di un bombardamento.
A partire dagli anni cinquanta sino ad oggi, l’Arboreto è stato progressivamente ampliato con numerose altre specie arboree, anche di origine nord-americana, rendendolo un efficace strumento di conoscenza e di studio di numerosi esemplari vegetali oltre che testimonianza storica di indubbio valore.
Ancora oggi la collezione è gestita dal Corpo Forestale dello Stato Ufficio Territoriale per la Biodiversità che ne cura il mantenimento e la promozione, unitamente all’Ente Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.